mercoledì 27 maggio 2009

7) Associazione a delinquere



Un Grounder fa paura, è un colpo in canna pronto ad esplodere, ma da solo rimane totalmente inoffensivo.
Due Grounder intimoriscono. Ognuno è il dito sul grilletto dell'altro. Qualche bruciatura, ma ancora niente di grave.
Tre Grounder formano di fatto una band, vale a dire una vera e propria associazione a delinquere.

Raramente il Grounder decide di intraprendere una carriera solista.
Non rientra nel suo immaginario di band sfascia hotel, tantomeno nella sua atavica pigrizia  del “subito-e-comodo”.
C'è sempre un balordo che ne condivide gli spasmi onirici, un fratello Grounder che ne incoraggia la demenza melodica oppure un compagno di scuola che lo inizia al suicidio musicale collettivo.

Arriviamo a due Grounder. Le cose si complicano.

Ancor prima di aver imparato i rudimenti dello strumento i nostri novelli fondatori decidono il nome della band, inventano i titoli delle canzoni ancora da comporre, attribuiscono disastrosi nomi d'arte ai membri ancora da arruolare e, last but not least, programmano quanti dischi registrare prima di pubblicare un greatest hits. Sul genere da suonare non discutono più di tanto, inventeranno qualcosa di completamente nuovo e diverso.

I due ministri (senza portafoglio) del rock iniziano le ricerche dei Grounder mancanti. I mezzi sono i soliti. Annunci, passaparola, conoscenze e ratti delle sabine in altre band.
La difficoltà di ricerca è inversamente proporzionale al numero di corde dello strumento cercato. Livello minimo per i chitarristi, medio per i bassisti e massimo per i batteristi. I cantanti sono un caso a parte. Abbiamo già visto nel capitolo -Chi di strumento ferisce...- che molti tendono a sottovalutare le difficoltà di questo ruolo così da permettere una florida offerta di presunti vocalist.

Nella fase di assemblaggio di una band non è raro contrarre la sindrome del “Grounder per caso”. Manca un solo elemento per completare il progetto e proprio non c'è modo di rimediarlo.
La fretta, si sa, è cattiva consigliera, ma, meno noto, anche la smania di successo è proprio una gran brutta figlia di puttana!
Serve un Grounder e serve adesso. La sentenza cala impietosa sul primo amico disponibile. Viene ammaliato con promesse di gloria e, lentamente, il totale disinteresse per lo strumento si trasforma in un visto per l'inferno. Innata necessità di aggregazione, prenatale bisogno di accettazione. Accetta.
Il “Grounder per caso”, però, è una persona normale, non è mosso da passione e soprattutto non è incline al sadomasochismo musicale. Esaurito il fisiologico entusiasmo iniziale mollerà tutto o, peggio ancora, si fossilizzerà nella band vivacchiando di espedienti e puntatine d'impegno occasionali.
Arruolare un “Grounder per caso” significa solo amplificare il problema e perdere tempo prezioso.

Patologie a parte, raggiunto il quorum minimo, possiamo annunciare: habemus gruppom!
A questo punto non c'è più scampo. I Grounder si sono fusi in una sorta di brodo primordiale e il big bang di incertezze e passi falsi è pronto ad esplodere. Le tossine dormienti di ogni membro si autoalimentano lievitando esponenzialmente. Lo stato febbrile è all'eccesso. Niente sarà più come prima. Cazzo! Sono una band!

Interessante notare come il solo status di “affiliato” infonda nel piccolo Grounder una sicurezza impertinente coadiuvata purtroppo da una capacità di autocritica pari a zero.
Un tempo, prima di smarrire la retta via, ogni live al quale assisteva gli sembrava incredibile. Ora si sente “del settore” e non c'è modo di soddisfarlo.
Si, bravi, beh suonano da millenni, ci mancherebbe... eh tanta tecnica ma poco sentimento... si, ok, tanto feeling, ma la tecnica?...bel concerto, peccato per la faccia del cantante... bello, bello facile però con tutti quegli effetti...
Insomma: che barba, che noia, quattro colpi alle lenzuola e buona notte suonatori!

La nascita di una band è una fase magnifica, gravida di speranze, totalmente scevra da scrupoli di sorta. L'entusiasmo sale alle stelle, l'autostima dilaga mentre l'autocritica si dilegua.
Ma è giusto così, aizzare è umano... e perseverare è totalmente Grounder.

mercoledì 6 maggio 2009

6) ...di strumento perisce (seconda parte)



Basso

Iniziamo con le note dolenti.
Il baby-Grounder vede il basso come un male necessario.

Della chitarra ne riprende soltanto dimensioni e maneggevolezza.
Manca totalmente di protagonismo. Sempre in secondo piano e, tante volte, eccessivamente coperto dal resto degli strumenti. I laterali faticano a distinguerlo già nei dischi, i laici non ne sospettano nemmeno l'esistenza.
La presunta facilità d'approccio al basso rappresenta una pericolosa arma a doppio taglio. Il Grounder inesperto è portato a credere che suonare il basso sia “facile”. Non ci sono accordi, qualche nota ogni tanto e se anche sbagli, tanto non se ne accorgono (si, come no!).

Questa idiozia mascherata da vantaggio è la primordiale scintilla dalla quale nascono i “Grounder per caso”.
Non è raro che un aspirante chitarrista, piuttosto che un rinsavito cantante, un naufragato batterista oppure un rinnegato tastierista, dirottino sul basso proprio perchè ritenuto una facile ancora di salvezza. Addirittura ciò accade perchè nella band dei suoi amici “...mancherebbe proprio un bassista... non è che per caso impareresti... tanto non ci vuole granchè...”.

La strada del Grounder è in salita. Partire con la zavorra della “sindrome da strumento represso” non è certo di buon auspicio.

Inutile precisare che non ci sono strumenti facili da suonare. Ma ricordiamoci che stiamo analizzando la situazione dal punto di vista entusiastico, quanto affrettato e inesperto, del Grounder newbie.

Le dita della disillusione troveranno conforto in ergonomici joypad per pc e consolle.
Le dita della lungimiranza costruiranno un buon motore, irrinunciabile traino per una sezione ritmica di tutto rispetto.
Le dita “eroiche” dell'insistenza tesseranno asincrone basi accennate di banalità imbarazzanti. È che le frequenze basse arrivano in ritardo... è che il batterista mi guarda storto e m'inibisce la slappata... è che il suono gratta perchè ho le corde grosse... è che ho le corde arrugginite e mi si spolpastrellano le dita... è che io avrei voluto suonare la chitarra quindi non rompetemi i coglioni!


TASTIERA e altri strumenti minori

Il Grounder non se li fila proprio.

L'archetipo classico della rock band, nella sua accezione più ampia, non prevede l'uso di tastiere e/o strumenti particolari come fiati, archi o nerdate varie.

Al limite, là in disparte, addossato al mixer da palco, in bilico tra la rastrelliera delle chitarre  e la scorta di bibite del locale, è possibile scorgere uno strano individuo che solletica una specie di macchina da scrivere con tasti bianchi e neri. È sempre girato di lato, probabilmente sta scrivendo un tema sul batterista. Dopo “Il mio cane” arriva l'era de “Il mio batterista”. No, niente di tutto ciò, che ci crediate o no, quello è il tastierista.

Come sentenziavo nella prima parte del capitolo, alcuni Grounder hanno ricevuto un'educazione musicale fin dai primi anni di vita. Raggiungono l'età sacrificale con un bagaglio teorico/tecnico superiore a quello dei suoi squinternati amici.
Ma è consuetudine che l'unico sano in mezzo ai pazzi alla fine passi per folle.
Lo “strumentista minore” salirà di corsa sulla DeLorean e percorrerà in pochi mesi anni di evoluzione socio-musicale. Addio giornate perse a studiare lo strumento preferito di papà, addio interminabili ore a schiaffeggiare l'aria solfeggiando filastrocche idiote Do Mi Re Si Mi Fa Ca Ga Re.
Inutile spiegare al Grounder l'importanza di un'adeguata preparazione. Nemmeno Karate Kid sembrava aver capito completamente lo sbattone “dai la cera, togli la cera” del maestro Miaghi. 

lunedì 27 aprile 2009

5) Chi di strumento ferisce... (prima parte)

Il nostro Grounder, riavutosi dalla visione mistica, si ritroverà a fare i conti con un problemino di cui subito non aveva sospettato l'ingenza: la scelta dello strumento.

Anche se genitori/maestri/aguzzini gli avessero già imposto una qualsiasi educazione musicale, il più delle volte si rivelerebbe inutile ai fini pratici. Si sa che scatenarsi sul palco imbracciando un violoncello, o cavalcando un oboe, non rientra proprio nell'immaginario glorioso del verginone rocker, quando invece ben si confà alle aspirazioni genitoriali condite di smoking, righe in mezzo e applausi composti.

La strada del Grounder non prevede corsie d'immissione ed il paradigma “massimo risultato/minor sforzo”  influenza nettamente la scelta dello strumento.


La voce

La scelta più diffusa ricade sul ruolo di cantante. Inizialmente l'idea tenta parecchio.

Cantare sembra alla portata. Non hai bisogno di ingombranti strumenti, forse di un microfono, ma quasi potresti farne a meno che tanto la tua potenza vocale riuscirebbe comunque a coprire tutta la band.
Il cantante è la primadonna del gruppo, tutti gli sguardi sono per lui.
Le ragazzine si strappano i capelli, i ragazzi si strattonano, i musicisti si prodigano, gli adulti benpensano, i benpensanti acclamano, i politici yeswecaneggiano, gli dei annuiscono e le groupie grouppeggiano.
Tutto per lui: il cantante.

Però poi qualcosa non va per il verso giusto.
Ehi aspetta un momento, perchè Axl raggiunge il K2 e io arranco per salire sul monte Carega? ...estensione!?
E perchè dopo due canzoni mi sento Ground Zero in gola? ...diaframma?!
E perchè il gatto scappa e il canarino si capovolge? ...intonazione!?
Si ok, ma perchè il pubblico preferisce guardare il fonico? ...carismaaaa?!

Gli occhi della disillusione lo faranno virare subito verso altri lidi. Scampato pericolo.
Gli occhi della lungimiranza lo faranno diventare un dignitoso cantante.
Gli occhi ciechi dell'insistenza lo infileranno nelle strette vesti della penosa autogiustificazione. E' che non mi sento bene... è che il fonico non mi capisce... è che è un mese che non proviamo... è che l'intonazione è un aspetto troppo superficiale, vuoi mettere con l'espressività emotiva dissonante di un bel semitono calante...


Chitarra

Dai una scossa ad una siepe e pioveranno chitarristi da tutte le parti.

Non è un mistero che la chitarra sia ambita dai più.
Chi non ha mai fantasticato di suonare la chitarra a morsi come Jimi Hendrix?
Chi non ha mai invidiato lo smandrappone di turno che tiene incollate a sé tutte le squinzie a suon di “Dai che cantemo”? (tu che stai per alzare la mano: non rompere i coglioni!).

L'alta percentuale di chitarristi permetterà al nostro Grounder di procurarsi facilmente una chitarra in prestito. Le discrete dimensioni gli permetteranno di maneggiarla nelle varie situazioni. In breve tempo, grazie agli abbordabilissimi power chords, potrà  sboroneggiare con loop incessanti di “Smoke on the water”. Tutte queste agevolazioni, coadiuvate ed emulsionate da prospettive fanta-virtuosistiche, porteranno l'aspirante frustrato alla scelta della comodissima chitarra (tu che stai per obiettare riferendoti al peso considerevole di relativo amplificatore: non rompere i coglioni!)

Le mani della disillusione lo faranno desistere e probabilmente incrementeranno il sottovalutato lavoro agricolo.
Le mani della lungimiranza suoneranno assoli gradevoli o comunque ritmiche convinte.
Le mani nodose dell'insistenza lo incateneranno in patetiche litanie. E' che ho le dita troppo corte... è che se solo avessi una chitarra più costosa... è che non mi sentivo in spia... è che mi sento più compositore che esecutore... è che la tecnica è zopravvalutata (aridaje!) e preferizco chiudere gli occhi e diventare zzzuono...


Batteria

Tutti ne sono estremamente affascinati. Quasi tutti ne sono istantaneamente scoraggiati.

Il batterista da spettacolo già quando esegue un semplice 4/4. I colpi profondi della batteria risuonano dentro smuovendo anche l'apatico più insensibile. Se il concerto annoia ci si può sempre rifugiare nelle gesta funamboliche del drummer.
I Grounder con qualche live alle spalle sanno bene quant'è frustrante sentirsi dire puntualmente: “bella lì raga, bella ztoria, bravi tutti ma oh, il batterista è trooooppo il migliore...”.

Tutti si innamorano della batteria, ma è una rosa con spine molto appuntite.
A differenza della chitarra, difficilmente si trova in prestito e l'acquisto richiede un investimento considerevole. Soprattutto se messo in relazione al rischio di un possibile decadimento dell'interesse. Trasportarla è da infarto e lasciamo perdere poi il fattore spazio. E che dire del volume?
La batteria è inesorabilmente rumorosa, non c'è sordina che tenga. Avete mai provato a stare nelle vicinanze di qualcuno che picchietta leggermente con mani o piedi?

Gli arti della disillusione sfiniranno il Grounder che rinuncerà e con le bacchette si colpirà i marroni pensando a tutte le rate ancora da pagare.
Gli arti della lungimiranza ne forgeranno un batterista, magari deboluccio ma pur sempre ambito (inesorabile legge dell'offerta).
Gli arti sghembi dell'insistenza ammucchieranno tempi storti che apostroferanno sbadigliate elusioni. È che picchio troppo duro... è che 'sti rincoglioniti non mi stanno dietro... è che a casa invece delle bacchette mi tocca usare i Cottton Fioc... è che mi scazza la teoria, voglio solo smembrare le pelli e riempire i fusti di bbbbirraaaaa...

(alla prossima con: basso, tastiere e strumenti minori)

sabato 18 aprile 2009

4) Genesi

Si inizia a suonare per mille motivi.
Si continua a farlo per uno solo: diventare una star.

Il seme della follia inizia a germogliare più o meno con l'arrivo della pubertà. Per più di una decade, il povero imberbe, se ne è stato tranquillo nella sua routine di lego, soldatini e “che schifo mi fanno le ragazze”. Arriva l'età rivoluzionaria, smette di farsi preparare i vestiti dalla mamma preferendo seguire i consigli degli amici. Approda alle superiori, si sposta di parecchi km dal paese d'origine. Nuove conoscenze, ambienti diversi, esperienze multiple. Le variabili della quotidianità aumentano a dismisura perdendone inevitabilmente il controllo.
Pretendere di preserverare l'innocente dal mito del rocker di successo, a questo punto, è praticamente impossibile.
E allora un giorno la nostra vittima si ritrova assorta in inedite fantasie di folle oceaniche adoranti, di letti d'hotel trabordanti ragazze nude e vogliose, di fiumi di fans che lo seguono in corsa sulla scalinata di Rocky e quando raggiunge la vetta si mette a saltare con le braccia al cielo perchè siii, lui e Dio sono amici e se solo saltasse un po' più in alto gli darebbe un divino cinque!
...
Se fossimo in sala parto, a questo punto, l'ostetrica darebbe la fatidica sculacciata al neonato e il nostro baby-grounder urlerebbe al mondo la sua nascita stringendo i pugni, smanioso di iniziare a scalare le vette del successo.
...
C'è solo un piccolo problema: non so se Grounder si nasca o si diventi... ma quasi sicuramente ci si rimane.

giovedì 16 aprile 2009

3) Avviso ai naviganti


Al Grounder
Preparati, non sarà facile.
Lo senti questo fruscio? È il lontano riecheggiare della valanga di disillusioni che sta per abbattersi sulle tue sudate speranze.
Probabilmente odierai questo blog, ti sembrerà esagerato e, cosa che temo, penserai che non abbia niente a che fare con la tua storia. Allora ti propongo un compromesso: continua a leggerlo, potresti ritrovarti a valutare situazioni che non avevi mai preso in considerazione. In caso contrario ti sembrerà totalmente fuori luogo e allora potrai godere della posizione che ti sei immagin...ehm guadagnato.
I conflitti vanno affrontati. Probabilmente non vuoi scendere in profondità perchè hai paura di quel che potresti scoprire. Ottimo, la paura di un punto di vista esterno è la trappola peggiore in cui il Grounder possa cadere.
Dai poche storie, continua!

Al laterale
Fortunatamente i tuoi muscoli cervicali sono avvezzi all'head-banging (o al semplice dondolio fronte retro) perciò l'interminabile annuire ai miei post non ti causerà il minimo fastidio. Sorriderai nel ritrovare palesi descrizioni di amici, parenti e amanti, condannati a una vita da musici sognatori. Scrivendo questo blog cercherò di mantenere un punto di vista simile al tuo, esterno ma non troppo. Lo ritengo importante in quanto vedo nella tua figura un ottimo supporto.
Quando avrai interiorizzato i vari aspetti del Grounder-dramma, potrai decidere se usarli per continuare ad alimentare la fitta trama di illusioni intessuta dallo sventurato, oppure se aiutarlo a venirne fuori.
Mi sento in dovere di avvisarti che la prima manca di etica ma è molto, molto comoda; la seconda comporta una dedizione che nemmeno Madre Teresa di Calcutta...

Al laico
Probabilmente sei capitato qui per errore. Dal titolo pensavi fosse un trattato antropologico sui musicisti da metropolitana, o nella ricerca di google, tra i vari “hardcore”, “fetish”, “amateur”, “bukake”, hai avuto la malaugurata idea di inserire anche la parola chiave “underground”.
Se per caso dovessi continuare la lettura, voglio dissipare fin d'ora ogni tuo minimo dubbio:
no, non è un libro postumo di Asimov e, no, non è nemmeno l'ennesima tesi sulle dimensioni parallele... non ci crederai ma è tutto vero: il musicista underground esiste!
Lo so, pensavi fosse roba da b-movie, certo, avevi visto qualche capellone recarsi con sospetta regolarità in qualche cantina fumosa, ma pensavi fosse la solita cosca teppista, di certo non un gruppo di aspiranti rock star. Bene, ti ho aperto gli occhi, ti aspetta un mondo nuovo...

Al musicista affermato
Fanculo, bastardo, come cazzo hai fatto!

mercoledì 15 aprile 2009

2) Definizioni preliminari


Prima di parlare del perchè non possiamo certo tralasciare di specificare chi.
Quali tipologie di persone gravitano attorno/attraverso allo sventurato soggetto/oggetto di questo blog/merd?

Nell'ottica del musicista underground l'umanità si divide in quattro grandi categorie:

Grounder
Colgo al volo l'occasione per ribattezzare il palloso titolo ilmusicistaunderground con un termine molto più comodo e gggiovane: Grounder. Lo so, fa molto “uè raga tutto rego avete ridu” ma qui comando io e quindi d'ora in poi Grounder = musicista underground.

Musicisti affermati
Aspirazione massima del nostro Grounder.
Vivono di musica. Solitamente hanno alle spalle anni di studi musicali e, nei migliori dei casi, godono di popolarità, successo e fama.

Laterali
Non suonano ma comunque hanno a che fare con l'underground, da chi lavora nel settore (manager, gestori di locali, staff di magazine, ecc.) a semplici simpatizzanti (fidanzate, amici, genitori, ecc.).

Laici
Sono totalmente estranei al mondo underground e/o non ne nutrono il minimo interesse.
Meglio identificati come: resto del mondo.

venerdì 10 aprile 2009

1) Intro


Avrei tanto voluto aprire un blog che descrivesse la mia repentina ascesa dalle stalle alle stelle, ma ancora oggi, dopo diversi lustri, sento solo versi animali e il sapore polveroso della biada. Non parliamo poi dell'odore!

Non mi resta quindi che analizzare questo incredibile esempio di stoicità e ineffabile masochismo qual è il musicista underground.